08 settembre, 2001

Manifesto della vita dello spirito

Gioiosamente il cielo pullula di vita multiforme per volontà e nel segno dell'Amore di Dio


Mio caro, vecchio scriba. A quanti ti chiedono di farmi fare da tramite tra loro ed i loro cari assunti in cielo, vorrei che tu, oltre a non negare mai la tua disponibilità, dicessi che quassù ognuno di noi svolge un compito ben preciso, e che questo non rientra, almeno per ora, tra quelli che mi sono stati assegnati.

A meno che lo spirito, della cui vita in cielo desiderano avere conferma, non sia accanto a me e magari non sia impegnato, con me o come me, allo stesso lavoro.

Oppure che, non essendo egli stesso in grado di rendersi manifesto in qualche modo a quanti vorrebbero ancora averlo vicino, non mi chieda un passaggio per rasserenare, confortare e rassicurare i propri cari.

Oppure che non sia il Signore in prima Persona ad impiegare questa via per dire a parenti ed amici che lo spirito di colui che amano è comunque accanto a Sé, indipendentemente dalle mie corrispondenze che sono tutt'al più risultate utili per riaprire i loro cuori alla speranza e alla preghiera.

Vorrei inoltre ribadire alcuni concetti, o meglio alcune verità importanti.

La prima è che, per quanto noi possiamo fare per annullare la minima distanza che divide il nostro spirito da quello di coloro che non si sanno rassegnare al distacco, e la massima distanza che separa la natura umana di colui che soffre in terra da colui che gioisce in spirito puro, non possiamo nulla se chi ci reclama vivi lo fa aggrappandosi alla nostra passata carnalità, e senza rinunciare minimamente alla propria, abbozzando un pur minimo slancio spirituale. Non è infatti pensabile di frenare l'inarrestabile ascensione dello spirito, zavorrandolo con il proprio attaccamento a cose e ricordi della sua vita terrena, così come non è possibile pensare o sperare di mantenere il contatto senza dimenticarsi, almeno per un po', della personale materialità.

Qualsiasi speranza viene poi vanificata quando tale contatto lo si cerca senza fare ricorso alla Misericordia di Dio, il Cui Amore è il lievito essenziale a cementare e far crescere qualsiasi legame d'amore apparentemente spezzato.

L'altra verità è che queste richieste devono essere rivolte in prima istanza a Dio, al Figlio Suo ed a Maria Misericordiosa, attraverso lo strumento diretto e garantito della preghiera, la sola in grado di esprimere agli abitanti del Cielo la pienezza della propria fede, e di assicurare una risposta adeguata dal Cielo.

Un'altra verità è che, per quanto tu sia il mio caro papi, come scriba tu non sei il mio scriba personale. Perciò chiunque dal cielo, sempre in via gerarchica, può, se lo ritiene opportuno, fare di te il proprio scriba senza provocare la mia gelosia.

Può perciò capitare che qualcun altro, in qualsiasi altra parte della terra, venga raggiunto dalla mia energia, o meglio dall'energia che fa vivere gli spiriti in cielo e in terra e che essi stessi sono in grado di emanare.

Pertanto, caro papi, non arricciare il naso se qualcuno ti confesserà un giorno che ne riceve i segni. Sii sospettoso soltanto se tutto ciò avviene al di fuori del divino insegnamento, e in chiave di promesse o di garanzie di un benessere terreno tutto rivolto alla salute del corpo, alla soluzione delle problematiche esistenziali, alla soddisfazione delle esigenze quotidiane.

Torno a ripeterti che noi siamo figli di Dio e Sue emanazioni. In tal senso, noi operiamo gioiosamente per Sua volontà e nel segno inconfondibile del Suo Amore. E lo facciamo secondo la nostra primitiva vocazione, la nostra versatilità, le nostre capacità.

I contemplativi, i mistici, operano perché solitudine, silenzio e preghiera siano la combinazione che apre il cuore all'ingresso dell'Amore universale, e non già distacco dalla realtà della vita terrena che, anzi, non può rinunciare alla loro esperienza d'amore.

Gli estroversi, i frenetici, gli iperdinamici come me, vanno scorrazzando su e giù come messaggeri di speranza, di fiducia, di gioia.

Gli artisti, arricchiti dell'armonia che governa il regno dello spirito, sono impegnati ad educare gli animi all'amore del bello estetico e spirituale, senza il quale nessun essere umano potrebbe ritrovare nella natura in cui è immerso, e nel simile che gli vive accanto, il segno e l'immagine di Dio, e la perfezione armonica del Suo Progetto.

I temperamenti razionali, ai quali la vita spirituale ha svelato e svela ogni verità del creato e del suo Creatore, si adoperano nel compito di adeguare la ragione umana ai misteri della fede, per costituire con essa un sodalizio vincente per la conquista dell'eternità.

Ti potrei portare tanti altri esempi, caro papi, enumerando tutte le categorie degli operatori celesti e magnificandone le specializzazioni e le competenze. Questo ti dovrebbe far capire che il cielo non è costituito da un magma spirituale uniforme, ma pullula di vita multiforme e dinamicamente ispirata alle divine ed eccitanti regole dell'Armonia e dell'Amore, in cui ogni spirito si contraddistingue per il proprio inalienabile temperamento, la propria insopprimibile personalità, doti umane che gli hanno dato il diritto di esercitare il proprio libero arbitrio nella scelta tra il bene e il male. Sicché, il tempo in cui il Signore riconsegnerà ad ognuno di noi, ad ognuno di voi, la carnalità di un tempo, ma definitivamente mondata dal peccato e non più contaminabile dal male, potremo riappropriarci del bene assoluto nel suo splendore spirituale e nella purezza materiale.

Ecco dunque il mio incarico, la mia specializzazione.

Tradurre in termini ed emozioni umane le esperienze di un mondo spirituale, al modello del quale, pur se in evidente contrasto, il mondo fatto di vicende umane finirà con l'adeguarsi.

Già vedo qualcuno arricciare il naso per la logicità troppo umana di questi ragionamenti. Ma come si potrebbe rendere umanamente comprensibile il divino senza fare ricorso alle categorie mentali dell'uomo, quelle stesse categorie che dovrebbero aiutarlo a ritrovare le proprie radici, i propri cromosomi divini? Da che mondo è mondo, miracoli a parte, Dio usa la parola umana e le categorie mentali per comunicare con i Suoi figli terreni, per ammonirli, consigliarli, esortarli, istruirli con regole e comandamenti. Dove la Parola Sua non è stata ascoltata, Si è dato un Corpo incontaminato dal peccato, ma violato dalle ferite mortali dell'uomo nelle quali l'incredulo Tommaso avrebbe esplorato la Sua divinità. Per quale motivo il Signore dovrebbe proprio ora cambiare sistema?

Proprio ora che il male si serve proprio dello strumento mediatico per colpire le sue vittime? Il Padreterno ha il Sacrosanto diritto di arrivare dove Gli pare, a chi Gli pare e come Gli pare. E con chi Gli pare. E così sia.

Ciao a tutti. Un bacione, miei esausti. Emilio specializzato servitore di Dio.

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