08 gennaio, 2007

Vorrei dedicare questo post a questo ragazzo qui a fianco...

Vorrei dedicare questo post a questo ragazzo qui a fianco. Che ha una storia davvero particolare.

Il racconto di questa storia mi è arrivata da una persona assai vicina, che ha conosciuto il padre di questo ragazzo, il quale è docente universitario. Ma partiamo con ordine:

Emilio Crispo, diploma in pianoforte e laurea in medicina, chirurgo vascolare, campione italiano di vela. Figlio unico.

La madre, Annarita, laureata in filosofia, critico letterario e teatrale, giornalista, collaboratrice della Rai, docente di linguaggio del gesto al Centro Sperimentale di cinematografia di Roma.

Il padre, professor Mario Crispo, libero docente di semeiotica medica presso l'università La sapienza, specialista in cardiologia, reumatologia, medicina interna.

Emilio, un ragazzo speciale molto legato alla famiglia, muore in un incidente automobilistico il 22 settembre 1995.

E' uno di quei lutti che spezza il cuore, e questa storia assomiglia ad altre ugualmente tragiche.

Ma un giorno, ai primi di gennaio, tre mesi dopo la morte di Emilio, mentre sta rispondendo alle lettere e ai telegrammi ricevuti, la madre sente suonare l'agenda elettronica di Emilio: un segnale che la commuove, un richiamo vivo e palpitante. E smette di scrivere, immersa nei ricordi. Ma ecco che la penna riprende a muoversi da sola e, con una calligrafia incerta che nel tempo diventerà più sicura, scrive parole che la riempiono di un'emozione fortissima: "Sono Emilio, vivo contento con Dio sempre".

Inizia da qui una esperienza davvero in-credibile, che chi vuole potrà approfondire nei due libri dove sono state pubblicate le 'canalizzazioni' di Emilio, tramite i suoi genitori, e nel sito: http://www.diariodiunangelo.it.

Ora io sento già ronzare nelle orecchie i dubbi, il compatimento, e forse anche l'ironia di chi è tentato di liquidare subito questo – come altre esperienze dello stesso tipo – alla stregua di un banalissimo fenomeno di auto-suggestione.

Peccato che – se si legge il libro – si scopre una profondità incredibile (anche di natura teologica, come è stato 'certificato' da Don Francesco Moccia, Relatore presso la Congregazione della causa dei Santi), come in questo (uno tra i tanti) passo:

Il Padre ci vuole presso di Sé non solo nel fulgore del nostro spirito, ma anche nello splendore di quel corpo sul quale alitò lo Spirito di vita eterna e al quale il peccato riconsegnò le fugaci e poderose stagioni della vita e della morte, della gioia e del dolore, dell'esaltazione e dell'annullamento, della crescita e del disfacimento.

Ed è giusto che quel corpo riceva, in vita e dopo la morte, tutto il rispetto che merita la sacralità delle sue origini. Che un giorno avvenga la sua resurrezione con il volere di Dio è la promessa divina, ma anche la speranza umana di coloro che non hanno dimestichezza alcuna con l'eternità e quindi confidano nel volere futuro di un Dio che è ed è solo Presente, Passato e Futuro, fuori del tempo e nel tempo stesso.

Solo Lui conosce la fine di quel mondo che sarà o è già stato da Lui giudicato. Anche in questo bisogna essere preparati, non solo alla morte, non solo all'incontro con Dio fuori degli schemi umani, non solo al Suo perdono, non solo alla resurrezione, non solo al tempo del Giudizio, ma al giudizio di quel Tempo divino che è fuori di qualsiasi umana portata.


I genitori di Emilio sono persone rispettabili, sane e concrete. Perchè dovrebbero 'inventare' ? Come farebbe una 'autosuggestione' a inventare così bene ?

Non è più semplice pensare – anche se va contro il nostro modo di ragionare, di vivere, di essere – che Emilio continui ancora a... parlare, a esser-ci ?

Ciao a tutti, Fabrizio Falconi.

[ Pubblicato da Fabrizio Falconi ...su Blogosfere il 08/01/2007 ]

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